Arci Report – Una riforma che penalizza le associazioni di promozione sociale

Una riforma che penalizza le associazioni di promozione sociale

di Francesca Chiavacci, Presidente nazionale Arci

Dopo un iter particolarmente tribolato e difficile, sembra che nella terza settimana di marzo il disegno di legge sulla Riforma del Terzo settore arriverà in aula al Senato. Si tratta della seconda lettura e purtroppo dalla Commissione Affari Costituzionali è venuto fuori un testo, diverso e peggiore, soprattutto per il nostro associazionismo, rispetto a quello licenziato alla Camera. Infatti, in Commissione al Senato, lo stesso relatore del ddl si è fatto promotore di centinaia di emendamenti, che hanno modificato pesantemente il testo fino a stravolgere la versione proveniente dalla Camera. La prima versione presentava già dei limiti per le APS. Oggi quei limiti si sono fatti ancora più gravi.

Il punto più controverso di questo rimaneggiamento rischia di essere esiziale, sin nei principi, per un pezzo consistente dell’associazionismo italiano: l’attività di autofinanziamento viene trattata alla stregua dell’attività commerciale. Inoltre si è aggiunta un’ulteriore novità, anche questa negativa, emersa dal dibattito in Commissione: un emendamento del governo scava un ulteriore fossato tra le associazioni che impiegano volontari. Invece di andare verso l’integrazione delle forme associative, si accentua ulteriormente la separazione. Se il prosieguo della discussione in parlamento non modificherà questi orientamenti il rischio è che il Terzo settore e l’associazionismo vengano duramente colpiti e ridimensionati con la conseguente perdita di volontari, di posti di lavoro, di insediamenti sociali in tante comunità. In queste settimane e nel resto del tempo che ci separa dalla discussione in aula, abbiamo detto la nostra.

 

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